Varanasi, Uttar Pradesh, India.

Non era la mia prima volta in India, ma questo viaggio è partito in modo del tutto particolare.

6 dicembre 2016: l’inverno e’ arrivato anche a Varanasi, un inverno mite rispetto al nostro, ma la mattina e la sera scende la nebbia ed e’ tanto umido. L’alba e il tramonto, i momenti più suggestivi sul Gange sono impossibili da vedere ed e ‘un vero peccato.

Sono le 11 e sto bevendo un miele caldo al limone e zenzero sul tetto della guesthouse, circondati da famiglie di scimmie. Sotto i canti dei portatori di morti rimbombano nell’aria, i bambini giocano, le mucche si fanno strada con una pacifica “arroganza” tra la gente ed inizio ad intravedere anche i primi aquiloni nel cielo. Ieri, passeggiando sulle rive del Gange dal Manikarnika ghat fino quasi allo Shivala ghat, ho contato non più di sei turisti e nessun indiano che ha provato a vendermi qualcosa.

Quest’anno il primo ministro Modi ha lanciato la manovra di demonetizzazione della rupia, togliendo alcuni tagli ed incrementando il Cashless. Ad ogni persona è concesso un solo prelievo all’ATM di 2000 rupie a settimana.

I turisti sono scappati ed e ‘una cosa veramente triste, e’ adesso che dobbiamo mostrare solidarietà verso questo paese, e ‘adesso che dobbiamo restare qui e aiutare a far girare la loro economia. Ora dobbiamo dimostrare tutto il nostro affetto e solidarietà perché due turisti in più fanno la differenza. L’anno scorso la guesthouse era piena, oggi hanno solo 3 camere occupate, di cui una mia e un’altra di due turiste italiane che stanno progettando di andare via perché non hanno i soldi. E ‘una follia! Con 2000 rupie a testa noi occidentali qua siamo stra ricchi, ma i turisti che non sanno i veri prezzi dell’india pensano soltanto che 2000 rupie sono 22 € e non credono siano abbastanza!

Ravi, il cuochino della guesthouse a cui ieri ho regalato il disegno di Shiva, si e ‘commosso! Adesso quel ritratto e ‘sul suo bancone ben visibile a tutti e so già che ad ogni turista dirà “questo me lo ha regalato una mia amica italiana, Pamela!” Ma nell’aria c’e ‘comunque tristezza, per gli indiani i soldi sono un vero chiodo nella testa e sono tutti molto rassegnati. Più che mai sono felice di essere qui, più che mai sono felice di far girare un po di economia locale, e so che Ganesh mi protegge come sempre.

Per questo ho deciso di regalare un murales alla Guesthouse. Ovviamente loro non hanno fatto altro che rimpinzarmi di cibo per ringraziarmi, ma vedere le loro facce felici e creare qualcosa in più che possa aiutare ad aumentare i turisti da un valore alla mia arte!

Questa Guesthouse si chiama Sankatha Guesthouse ed è a pochi metri dal Manikarnika Ghat. Adesso chiusa a causa Covid, un altro brutto colpo, per cui mi piange il cuore. Che questo post sia un messaggio di amore e solidarietà verso il popolo indiano. Che è stato la mia casa per 3 anni e mi ha sempre accolta a braccia aperte!

Madre India tornerai a splendere, come tutti noi torneremo a splendere!